Forse, facendo queste considerazioni le parole della ministra dell’istruzione Lucia Azzolina di sabato scorso – sulla necessità di ritornare a settembre con metà delle classi in presenza, mentre gli altri alunni starebbero a casa a svolgere didattica a distanza, con scambio di “sede” nei tre giorni successivi – verrebbero lette diversamente.